In memoria di Fulvio, fondatore del sito.
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Vi ho seguito con interesse negli ultimi giorni e adesso mi fa un gran piacere conoscervi, anche se avrei preferito circostanze più spensierate.
Mi chiamo Giovanni, 37 anni, moglie folle e complice, due bambine curiose e intraprendenti (ed in attesa di una adottiva), una carriera brillante da dirigente pubblico e da qualche settimana...in compagnia di un cancro.
Non ho usato a caso la parola “cancro”: è quella che si è subito presentata alla mente quando ho avuto il primo referto istologico con intenti intimidatori ed è quella che uso con più frequenza per farmi beffe del mio linfoma.
Forse per provvidenza divina, ho avuto subito chiaro che la malattia da cui dovevo principalmente difendermi non era quella fisica ma quella psicologica che va sotto il nome di PAURA. Ogni giorno corriamo rischi statisticamente più seri quando siamo nel traffico, in certi luoghi di lavoro o addirittura a tavola (se si è cardiopatici...) eppure nulla spaventa quanto l'eventualità di ammalarsi di tumore.
Alla notizia della malattia ho subito immaginato (con conferma nei giorni successivi) le reazioni tra l'imbarazzo ed il puro terrore di parenti, amici e colleghi ed ho presagito il rischio che mi contagiassero emotivamente. Una innata spocchia e la compagnia di una moglie che ha condiviso il mio stesso atteggiamento strafottente mi hanno aiutato a gestire queste relazioni seccanti.
Certo la botta un po' l'ho sentita quando ho ricevuto la “sentenza” istologica di linfoma follicolare a basso grado, ma per fortuna alla delusione di alcuni minuti ha fatto seguito un moto di cattiveria verso una malattia cui non avrei permesso di rubarmi la mia più preziosa risorsa: la SERENITA'.
Così, la promessa che ci siamo fatti con mia moglie e che rinnoviamo quotidianamente è quella di salvaguardare la nostra serenità a qualunque costo ed in qualunque circostanza futura.
Scoprire il vostro forum mi ha fatto sentire fortunato perché ho letto di storie molto più difficili della mia e perché ho scovato un'incoraggiante voglia di vivere.
Non ho idea SE E QUANTO il cancro mi accorcerà i miei 120 anni ancora da vivere ma di una cosa sono certo: i 13.735 giorni che ho intensamente già vissuto non me li può più togliere né può rubarmi l'intensità con cui vivrò i prossimi. L'infame può provare (non è detto che ci riesca) ad accorciarmi il percorso di vita ma lo fregherò in ogni caso perché, come ho fatto finora, mi godrò con passione ogni giorno, mese, anno, decennio. Sono da sempre convinto che la vita non vada allungata quanto “allargata” e posso già vincere per intensità di vita il confronto con molti ottantenni. La malattia sarà solo un'occasione per diventare migliori.
Tornando a discorsi più clinici, il mio è un linfoma non hodgkin follicolare di grado 2 e stadio presumibilmente IIIA. Ho solo da qualche ora il quadro diagnostico completo anche se ufficioso. Giovedì 21 maggio mi rivedo con l'ematologo per definire il piano di guerra che probabilmente consterà in 6 cicli R-CHOP. Se qualcuno ha già avuto il mio stesso “inquilino” mi faccia conoscere, se ne ha voglia, la sua esperienza.
Grazie della vostra presenza e a presto!
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. Io lo sono da quasi 2 anni e mezzo.
ed un abbraccio. 
SOCIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!
