(In realtà non riuscirò a dirvene soltanto due...)
Ci siamo conosciuti al lavoro e il nostro primo
incontro risale a oltre vent'anni fa. Abbiamo più
o meno la stessa età, io quarantotto lui cinquanta.
Max si è ammalato di diabete mellito quando
era ancora giovane, anche se la malattia gli ha
permesso di vivere per molto tempo senza
grossi problemi.
Ma qualche anno fa gli fu anche diagnosticato il
morbo di Parkinson, e qui le cose hanno preso
una piega meno felice perché questa malattia
è molto dura.
Nonostante tutto, Max ha cercato di tirare avanti
il suo carretto con grande forza e coraggio e
fino all'anno scorso riusciva ancora a camminare
e a fare qualche lavoretto per integrare la pensione
di invalidità (100 %), ma soprattutto per non sentirsi
fuori gioco.
Quelle sue malattie, è un fatto condiviso, purtroppo
non permettono di migliorare da un anno all'altro,
tuttavia Max era costretto a recarsi davanti alla
commissione medica ogni anno per ottenere la
conferma di quel centopercento e della conseguente
pensione, ogni volta producendo tutta la documentazione
di rito e migrando faticosamente (faticosamente)
da un ufficio all'altro per procurarsela. Ogni volta,
inoltre, i medici della commissione si prendevano
alcuni mesi per emettere l'ineludibile sentenza e
durante questo periodo gli toglievano la pensione.
Non scherzo, c'era pure qualche aggeggio normativo
che sembra li autorizzasse a far così.
Quando mi ha raccontato questa cosa l'ho preso
con me e l'ho portato dinanzi al Primo Cittadino
della mia città, Cofferati, fino a quel momento visto
da entrambi solo in fotografia

Cofferati si è adoperato per rendere permanente
l'invalidità di Max (non deve più tornare davanti
alla commissione), per fargli riottenere la sua
pensione e poi per cercare un appartamento
adatto a un disabile come lui in cui potesse andare
ad abitare con la sua mamma, che fino a quel momento
viveva a Faenza, peraltro sopravvissuta a un brutto
tumore all'utero.
Il cielo sembrava finalmente rischiararsi, ma non sarà
così.
Verso l'estate del 2007 Max fu colpito da un ictus,
ricoverato e riabilitato faticosamente, poi arrivò il
turno di un infarto e infine, lo scorso dicembre,
piombò in coma.
I medici del reparto pensarono che non ne sarebbe
più uscito e si prepararono a trattarlo con questa idea.
Ma una giovane dottoressa non ci credette e fece di
tutto per tirar fuori Max da quello stato, mettendosi
anche contro la struttura.
Ci riuscì!
Adesso Max è vigile e riesce a comunicare con ciò
che lo circonda, e ogni tanto sorride, l'ho visto.
Fa molta fatica a parlare, ma i suoi occhi e i suoi
gesti dicono tantissimo! Peraltro il senso dell'ironia
non l'ha mai abbandonato, riesce pure a far ridere.
L'idea di andare a vivere con sua madre in un
appartamento del Comune superattrezzato lo tira
come una coppia di buoi e tutti i giorni Max fa la
sua immane fatica per raggiungere un po' di
autonomia, anche se ogni volta la scalogna si è
portata via un pezzo di lui.
La scorsa settimana mi hanno detto che la sua
mamma, a causa del tumore di cui dicevo, dovrà
essere ricoverata e non si sa cosa succederà.
Non si sa cosa succederà!
Per me Max è una forza della Natura, è il coraggio
per eccellenza, è quella voglia di non arrendersi
che quando ti prende potresti quasi rifare il Mondo

In questo forum pieno di persone forti e coraggiose
credo che Max sia in famiglia!
Non avendo dubbi sulla potenza dei vostri incroci,
l'ho portato qui perché ne possiate fare qualcuno
anche per lui.
Grazie
