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Leucemia linfatica cronica comorbidità
E’ molto frequente che i pazienti cui viene diagnosticata la leucemia linfatica cronica (LLC) abbiano altre malattie, precedenti o concomitanti, dal momento che si tratta spesso di pazienti adulto-anziani.
Questo non compromette la possibilità di essere curati, ma deve essere tenuto in grande considerazione nella scelta della terapia. Il medico raccoglierà quindi con molta attenzione tutte le informazioni riguardanti la storia clinica del paziente, per conoscerlo al meglio e disegnare una terapia su misura per il suo organismo.
Le malattie che il paziente ha o ha avuto, oltre alla leucemia linfatica cronica, vengono chiamate comorbidità. Esistono strumenti a disposizione del medico, detti scale delle comorbidità, che assegnano un punteggio ad ogni malattia del paziente. Al termine viene calcolato un punteggio complessivo di comorbidità. Esso definisce globalmente la fragilità del paziente, ovvero la capacità del suo organismo di adattarsi e tollerare una nuova terapia per la leucemia linfatica cronica.
E’ fondamentale tener conto di questa valutazione nella scelta della cura perché, ad esempio, ci sono farmaci che vengono metabolizzati dal fegato ed è meglio quindi evitare in pazienti con ridotta funzionalità epatica, oppure farmaci che vengono eliminati dai reni e che tendono ad accumularsi nei pazienti con insufficienza renale, o ancora farmaci che deprimono fortemente il sistema immunitario e possono quindi determinare infezioni gravi in pazienti più fragili.
Un altro parametro importante è il cosiddetto stato funzionale del paziente, cioè la sua autonomia nella gestione delle attività della vita quotidiana o, viceversa, la necessità di essere assistito in una parte più o meno significativa di esse, quali in particolare l’assunzione delle medicine o il trasporto per recarsi in ambulatorio o day hospital per le visite o la terapia. E’ infatti essenziale che il percorso di cura scelto tenga conto della reale possibilità per il paziente ed i familiari di percorrerlo senza eccessive difficoltà e senza che comporti esso stesso un peggioramento della qualità di vita.
Fortunatamente, nel campo della leucemia linfatica cronica le opzioni terapeutiche sono moltissime ed esistono farmaci quali bendamustina, rituximab o obinutuzumab, ed i nuovi farmaci ibrutinib e idelalisib, che mostrano grande efficacia e allo stesso tempo ottima sicurezza, anche in pazienti con molte comorbidità.
Sulla base pertanto di un’attenta raccolta della storia clinica, è possibile individuare il tipo di terapia, la via di somministrazione ed il dosaggio più idoneo per ogni singolo paziente, in modo da garantirgli la migliore efficacia con la minore tossicità e il minor disagio.