vi leggo ormai da qualche settimana, ma solo ora mi decido a scrivervi.
Mi chiamo Giorgia e ho 28 anni. Vi racconto brevemente la mia storia. A inizio marzo noto sotto l'ascella destra un ingrossamento. Avendo da circa 9 anni problemi di secrezioni dai capezzoli (a suo tempo indagate e classificate come non preoccupanti), subito penso ad un nodulo al seno e mi precipito da una senologa. Toccandomi meglio intuisco che si tratta non di un nodulo, ma di un linfonodo (al che la mia preoccupazione aumenta anche di più). A seguito della visita la dottoressa mi prescrive un'ecografia con eventuale mammografia al seno con una certa urgenza. Il seno risulta normale sia all'ecografia che alla mammografia, ma all'ecografia il linfonodo, grande 1,7 mm, è totalmente ipoecogeno e la dottoressa mi prenota un agoaspirato e gli esami del sangue. Gli esami del sangue risultano tutti entro i limiti, tranne per un leggero picco di gamma globuline (18,3 % invece di 17,70), che comunque risultano policlonali, e la VES, che risulta un po' bassa (2mm/h). Sono negativa al toxoplasma e ho le IgG positive per il cytomegalovirus, segno di una pregressa infezione, ma risolta. Circa un mese dopo riesco a fare l'ago aspirato, con esito "compatibile con linfonodo reattivo". Nel frattempo mi informo sui sintomi del linfoma (sono laureata in biologia sanitaria e qualcosa ci capisco) e comincio a preoccuparmi. Vengo a sapere che l'ago aspirato non è attendibile e comincio a pensare che il dimagrimento avuto negli ultimi mesi (-9 kg da agosto 2011 a marzo di quest'anno) possa non essere dovuto semplicemente alla dieta (sono sempre stata rotonda e ciclicamente mi sono messa a dieta, ma mai ero riuscita a dimagrire così tanto, oltretutto senza troppi sforzi). Nel frattempo mi compare anche la gastrite e il linfonodo cresce. Sia la senologa che il medico di base non sembrano preoccuparsi, ma alla fine, più che altro per mettermi tranquilla, chiedo al mio medico un'impegnativa per una visita ematologica (mai visto un ematologo fino a quel momento). Martedì scorso, a 3 mesi dalla comparsa del linfonodo, mi faccio finalmente visitare. Vado agguerrita alla visita con l'idea di pretendere la biopsia. Ma non è necessario forzare la dottoressa in alcun modo: mi propone immediatamente l'intervento, che ho eseguito d'urgenza (praticamente in notturna, altrimenti non c'era posto), venerdì. L'intervento, che doveva essere di una ventina di minuti, è durato invece un'ora, perchè il linfonodo, che oramai aveva raggiunto un diametro di quasi 4 cm, aveva formato delle aderenze con un nervo, forse anche a causa di una complicanza dell'ago aspirato (dopo quasi 1 mese e mezzo era ancora presente l'ematoma!). Sempre venerdì il chirurgo ha eseguito anche un ago aspirato ad una tumefazione che mi è comparsa improvvisamente sulla schiena, dallo stesso lato del linfonodo, per la quale ho già eseguito un'ecografia che la classificherebbe come cisti sebacea. Io però sono preoccupata anche per quella, perchè è comparsa improvvisamente, è cresciuta molto velocemente e mi fa anche parecchio male. Adesso attendo i risultati, ma il chirurgo (una persona davvero splendida, che è riuscito a mettermi a mio agio e a tranquillizzarmi tantissimo), dice che, per la sua esperienza, potrebbe trattarsi o di sarcoidosi o di linfoma, esclude invece che possa essere un linfonodo da metastasi o mieloma. Anche se si tratta di una patologia rarissima, lui propenderebbe per il Castlemann, che si presenta in forma localizzata al singolo linfonodo (ed infatti anche alla visita ematologica non sono emersi altri linfonodi ingrossati). In tal caso la cura è l'escissione del linfonodo coinvolto e la guarigione è completa, senza bisogno di chemio. Io però sono molto preoccupata per la "cisti", non vorrei fosse qualcos'altro... Adesso mi tocca aspettare una quindicina di giorni per l'esito della biopsia/ago aspirato. Io mi sento preparata, mi sono abituata all'idea che possa essere necessaria anche la chemio, ma sono molto preoccupata per i miei genitori, non so come la prenderebbero... Inoltre adesso sono anche giù di morale, perchè ho forti dolori alla zona operata e una perdita di sensiblità dietro la spalla. Purtroppo so che la lesione di piccoli nervi sensitivi è una possibile complicanza dell'operazione che ho fatto e che non è detto che col tempo la sensibilità ritorni... a qualcuno di voi è successa una cosa simile?
Scusatemi per la mia lunga "presentazione", ma sto minimizzando la cosa con tutti per non far preoccupare le persone che mi vogliono bene e avevo bisogno di buttar fuori questo peso con qualcuno per non scoppiare...
Un saluto a tutti voi e tanti

Giorgia