Gli oncologi: "I farmaci 'intelligenti' costano troppo?

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Gli oncologi: "I farmaci 'intelligenti' costano troppo?

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Gli oncologi: "I farmaci 'intelligenti' costano troppo? Dipende"

Una giornata di studio e discussione sui nuovi farmaci anticancro tra oncologi e Ministero, alla presenza di ricercatori, esperti di farmacoeconomia e bioeticisti . E’ la proposta dell’Associazione Italiana di Oncologia Medica (AIOM) per valutare i risultati delle molecole ‘intelligenti’ e la sostenibilità della loro spesa nell’ottica dei benefici per i pazienti e per la comunità. L’incontro potrebbe tenersi a Roma prima dell’estate.

“Secondo alcuni, in genere non oncologi", sottolinea l’AIOM intervenendo ufficialmente nel dibattito in corso, "i nuovi farmaci sembrano determinare piccoli benefici ad un costo elevato. Ciò può essere parzialmente vero all’inizio del loro utilizzo, quando vengono somministrati a pazienti con malattia avanzata, nei quali al massimo si può sperare in un certo aumento della sopravvivenza che qualcuno potrebbe anche definire 'modesto'. Però è importante sapere che poi, se i risultati sono discreti, si passa a trattare pazienti in fase più precoce di malattia ed in questi casi l’obiettivo è l’aumento delle guarigioni, o comunque l’aumento di sopravvivenza in maniera marcata. Un esempio su tutti: il tumore della mammella, oggi guaribile in oltre 3 casi su 4, con la mortalità in netto calo a partire dal 1990 grazie a diagnosi precoce, chemioterapia e ormonoterapia dopo l’intervento chirurgico. Con l’impiego anche della nuova terapia a bersaglio molecolare, nei tumori in fase avanzata si ha un aumento di sopravvivenza medio di alcuni mesi, ma in fase precoce si hanno risultati assai più consistenti.

Secondo esempio: i tumori del colon metastatico per il quale sino a pochi anni fa c’era solo il fluorouracile con sopravvivenze attorno ai 12 mesi. Con l’utilizzo di nuovi farmaci chemioterapici e di molecole ‘intelligenti’ a bersaglio molecolare, la sopravvivenza è praticamente raddoppiata passando ad oltre 20 mesi. Al di là dei numeri, una soluzione per evitare di sprecare risorse è l’accurata selezione dei pazienti da trattare sulla base delle probabilità che hanno di rispondere al trattamento. Il trastuzumab, ad esempio, è efficace solo nelle pazienti con cancro della mammella che hanno un’elevata espressione del gene chiamato HER2. Mentre non ha alcuna attività nelle altre pazienti. Per altri farmaci ‘intelligenti’ i bersagli esatti sono ancora da definire con esattezza. Proprio in questi casi il potenziamento della ricerca indipendente, clinica e di base, e la scelta del clinico appaiono i fattori fondamentali sui quali occorre agire per adottare un maggiore rigore metodologico nella valutazione degli interventi terapeutici, siano essi con nuovi o vecchi farmaci, per il contenimento della spesa e per un’equa distribuzione dei benefici”.


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