Ma Taranto è una città che vive praticamente dentro l’industria siderurgica . Le colline di carbone e di ferro, materia prima per fare l’acciaio, sono a pochi metri dalle case del quartiere Tamburi . La gente vive immersa nella polvere.
A Taranto oltre alla più grande industria siderugica d'Europa, l'Ilva, c’è anche una raffineria, un cementificio e un inceneritore.
Secondo le stime dell’ARPA Puglia l’Agenzia Regionale per l’Ambiente, il sistema industriale di Taranto ha scaricato sulla città 170 grammi di diossina in un anno, mentre le emissioni dichiarate dall’Ilva al registro INES nel 2005 si attestano a 93 grammi.
Il totale delle diossine dichiarate al registro INES da tutti gli impianti industriali italiani nel 2005 è stato di 103 grammi, il che significa che 93 grammi su 103 è solo la fetta di inquinamento del siderurgico di Taranto.
Non so se qualcuno di voi sa che a taranto la gente sta morendo....
Se qualcuno ha voglia può guardarsi anche il servizio su LA7 di alessandro sortino Malpelo
http://www.la7.it/approfondimento/de...he&video=18259
Taranto: 29 novembre manifestazione contro l'inquinamento
Se hai a cuore la salute dei tuoi cari , se hai a cuore le sorti della tua afflitta e bellissima città non puoi mancare. Siamo tutti riuniti sotto un'unica bandiera: liberare noi e i nostri figli dai veleni dell'inquinamento.
Altamarea (Gruppo di Coordinamento)
La manifestazione è APARTITICA. Non saranno presenti le bandiere dei partiti ma solo quelle delle associazioni e dei sindacati. Taranto si muore. Per la diossina. Non ci sono più dubbi. Neonati, bambini, mamme. Commercianti, avvocati, medici. Studenti, operai e tanta tanta gente comune. Taranto non ce la fa più. Sta affogando. E prova a reagire, a dire "Basta" con una manifestazione nel centro della città. Tutti in piazza contro l'Ilva, contro la diossina, contro l'inquinamento che sta negando un futuro ai giovani e ai bambini.
Non si respira più nella città pugliese. O quello che si respira fa morire. Quando si entra nella città dei due mari, non si può rimanere indifferenti. Una nuvola nera ti travolge, il colore del cielo è cambiato. E' grigio e invece anche solo 10 anni fa non lo era. C'è qualcosa che non va, e ora tutti, finalmente, se ne stanno accorgendo. Ai balconi sono appesi striscioni, anche se i balconi hanno cambiato colore. Persino i palazzi più colorati sono diventati rossastri. Quelle tinte maledette del veleno.
Taranto. 200 mila abitanti, due mari e il più grande impianto siderurgico europeo, l'Ilva (l'ex Italsider svenduto dallo Stato al gruppo di Emilio Riva). Quello che produce il 93% di tutta la diossina italiana e l'8,8 per cento di quella europea. Ha il triste primato di città più inquinata del continente. Sì, una piccola città inquina più di una grande metropoli giapponese.
DIOSSINA, IL TRIPLO DI SEVESO - La situazione sta degenerando, i bambini ne soffrono, le mamme hanno la diossina nel latte. Una sostanza si accumula nel tempo, e a Taranto ce n'è per 9 chili, il triplo di Seveso per intenderci (la città intossicata nel 1976).
Ma ora al via la protesta, grazie anche ai movimenti dei cittadini, alle trasmissioni tv che si sono occupate del caso, grazie alle associazioni ambientaliste. Grazie ai giovani e grazie anche a Facebook (il gruppo più famoso è Ti svegli la mattina respirando la diossina), dove i tarantini si sono mossi e hanno diffuso notizie agghiaccianti sullo stato di salute della città. Già, perché non tutti sanno che a Taranto, nel quartiere Tamburi (a ridosso dello stabilimento dell'Ilva) tutti fumano, anche i non fumatori, anche i bambini. A 10,11, 12 anni. Queste persone, senza volere e senza alcuna difesa, si "fumano" i cancerogeni industriali in quantità variabili a seconda del vento e delle condizioni meteoclimatiche. Ed è come se fumassero da anni, decenni.
IL BAMBINO MALATO DI TUMORE DA FUMO E IL BESTIAME ABBATTUTO - E' agghiacciante il caso "unico nella storia della medicina, neanche al Gaslini di Genova sapevano che cosa dirmi", come dice ad Affaritaliani.it il dottor Patrizio Mazza, primario del reparto di Ematologia dell'ospedale Moscati di Taranto, del bambino malato di adenocarcinoma del rinofaringe. Il medico pensava di aver sbagliato diagnosi. E invece no. Quel piccolo di 10 anni aveva un "tumore da fumo". Un tumore che colpisce gli adulti, gli anziani, che hanno fumato per una vita. E invece Marco, che giocava per strada ai Tamburi, aveva respirato la diossina dell'Ilva. Ora ha 13 anni e si sta curando. "La causa è la diossina che respiriamo tutti i giorni. Qui si muore e basta". I cittadini sono arrabbiati. Ma non è tutto. Cinque adulti hanno scoperto di avere il livello di contaminazione da diossina più alto del mondo. La diossina è entrata anche nella catena alimentare: la Regione Puglia ha ordinato l'abbattimento di 1.200 pecore e capre. Sono pericolose. Un'emergenza nazionale.
Se avete un minuto di tempo potete firmare questo appello...
Io ho perso mia madre e ora ho mio fratello malato di linfoma....Aiutateci nel vostro piccolo a non far morire taranto grazie
http://www.ail.taranto.it/ail_appello.php
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