Pisa seprimentato vaccino anti-linfoma

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bstefano79
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Pisa seprimentato vaccino anti-linfoma

#1 Messaggio da bstefano79 »

ricevo da Serenella e inoltro http://ilgiornale.unipi.it/?p=1312

Si punta alla cura del non-Hodgkins, malattia che colpisce alcuni tipi globuli bianchi, i "linfociti B"
Pisa sperimenta il vaccino anti-linfoma
Il dipartimento di Oncologia dei trapianti dell'Università realizza i test clinici sui pazienti
Sarà il dipartimento di Oncologia dei trapianti dell’Università di Pisa a realizzare la sperimentazione clinica su pazienti del vaccino antilinfoma. Un risultato importante per l’Ateneo pisano che da anni collabora alla messa a punto della terapia con il Centro Internazionale di Ingegneria Genetica e Biotecnologia di Trieste. Il professore Mario Petrini, responsabile e direttore della divisione di Ematologia del dipartimento, spiega che l’Università di Pisa collabora da 4 anni e mezzo e ha studiato nello specifico la possibilità di utilizzarlo su pazienti”. E dopo anni di lavori, finalmente il primo importante risultato: il sì dell’Istituto Superiore di Sanità alla sperimentazione clinica.
Di che cosa si tratta. É importante sottolineare che quello antilinfoma non è un vaccino preventivo, in grado di evitare la comparsa del tumore, ma un prodotto terapeutico per la cura della malattia nei pazienti in cui ha già fatto la sua comparsa.
Il vaccino sarà sperimentato su persone che abbiamo contratto un linfoma non-Hodgkin di tipo follicolare, mantellare o marginale. Altra caratteristica fondamentale del vaccino è quella di essere paziente-specifico: non esiste quindi un’unica formulazione adatta per tutti i soggetti malati. Cerchiamo di capire il perché.
Cos’è il linfoma. Il professor Mario Petrini spiega che: “Il linfoma è un tumore delle ghiandole linfatiche che può colpire a tutte le età, anche se l’incidenza massima è tra la popolazione che ha superato i 60 anni. È un tumore che può portare alla morte, anche se in tempi relativamente lunghi, si parla di anni. E si sta rapidamente diffondendo: negli ultimi quindici anni i casi di linfoma sono aumentati con continuità e siamo arrivati ad un incremento del 180%. Il linfoma, però, è sensibile alla terapia, questo significa che molti pazienti guariscono dal tumore ”. Peccato però che possa tornare, o meglio, ritorna frequentemente e il malato deve sottoporsi ad un nuovo trattamento. E proprio nei pazienti apparentemente guariti, in cui esiste però un’alta probabilità che il tumore ricompaia, agisce il vaccino.
Come funzionerà la sperimentazione. I professori e i ricercatori pisani monitorano la malattia a livello molecolare. “In molti casi – chiarisce il professor Petrini – il soggetto risulta completamente guarito e, nonostante ciò, a livello molecolare noi riusciamo a rilevare la presenza del tumore”. A 12 soggetti con queste caratteristiche sarà somministrato il vaccino. E lo scopo è quello di attivare il sistema immunitario in modo che riconosca una sostanza presente solo nelle cellule malate.
“Non vaccineremo – continua il professore – con le proteine, come avviene per i più comuni vaccini, ma con un frammento di Dna delle cellule tumorali, che è chiaramente caratteristico di ciascun paziente”. Ma andiamo con ordine.
Un linfoma non-Hodgkin insorge perché un linfocita B è “impazzito” e si riproduce senza controllo. I linfociti B hanno un compito specifico nel nostro corpo: rilevano e reagiscono agli antigeni. Sono cioè in grado di percepire la presenza di un agente estraneo all’organismo attraverso un recettore (la proteina immunoglobulina) che si trova sulla loro membrana esterna. Linfociti differenti hanno differenti immunoglobuline, ciascuna delle quali è in grado di riconoscere e legarsi ad un solo antigene. Quando l’antigene e l’ immunoglobulina arrivano al contatto, il linfocita B produce anticorpi: è la risposta del sistema immunitario. Ciascun paziente avrà quindi una immunoglobulina specifica. Tutte le cellule tumorali, presenteranno sulla loro superficie lo stesso tipo di immunoglobulina, unica e caratteristica del tumore, diversa per ogni paziente.
Per questo il vaccino prevede il prelievo di un frammento di Dna di cellula tumorale: così il sistema immunitario riconoscerà l’antigene e potrà attivarsi.
Quando comincerà la sperimentazione. A breve inizierà la produzione del vaccino. L’Università di Pisa ha tutte le competenze per produrlo, ma la legge prescrive specifiche caratteristiche che solo un’azienda farmaceutica può avere. Il professor Petrini spera che la sperimentazione inizi a settembre, si protrarrà per tre anni su dodici pazienti. I risultati sull’animale sono stati incoraggianti, l’équipe pisana è ottimista. E forse a breve molti malati potranno dire fine alla loro convivenza con il linfoma.
Chiara Sillicani
E’ domenica e in bici con lui hai più anni e respiri l’odore
delle sue sigarette e del fiume che morde il pontile
si dipinge d’azzurro o di fumo ogni vago timore
in un giorno di aprile
(Quel giorno d'Aprile F.G.)

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